Sinossi
Chi era Galileo, quando ancora non era lo scienziato che conosciamo attraverso le immagini del processo del 1633 e della vecchiaia?
Nella Padova della fine del Cinquecento, egli è un giovane professore di discipline matematiche, che conquista una vasta platea di studenti, tanti amici ed estimatori; tuttavia, nello stesso tempo attorno a lui si vanno stringendo nemici mossi da invidia e fanatismo, i più torbidi impulsi umani. Ma perché, ora, accetta di entrare in una storia di latrocinio, delitti, congiure che toccano anche l’Università (lo Studio, come si chiamava allora) e lo Stato Veneziano, minacciato da pericoli esterni? Come riesce a trasformare una vicenda terribile in un’occasione di esercizio della prudenza e della spregiudicatezza, dell’ingegno e dell’astuzia, salvando la famiglia di un suo caro amico? E perché la sua vita si complica ulteriormente quando conosce Marina, la donna che gli darà tre figli e che anni dopo abbandonerà, per ritornare in Toscana?
Nella vicenda del romanzo, scritto dal Prof. Antonino La Russa (membro del Centro RGM) il gioco del verosimile emerge da uno sfondo storico ricostruito con notizie e linguaggi tratti da fonti conosciute (gli studi di Antonio Favaro, la descrizione della Padova del Seicento di Angelo Portenari, il poderoso epistolario galileiano, le commedie di Ruzante, per citarne alcune) e, poi, da inediti: un documento scoperto all’Archivio di Stato di Padova, dall’autore di questo romanzo, e pubblicato negli Atti dell’Accademia galileiana, altri inediti in fase di studio, e infine un manoscritto conservato presso la Biblioteca dell’Università di Padova.
Sito della casa editrice QuiEdit: Presentazione volume La Russa
Nel contesto dei corsi di “Filosofia e Storia” tenuti dal Prof. Pasquale Vitale e dalla Prof.ssa Anna Romano presso il Liceo Classico e Musicale “Domenico Cirillo” di Aversa (dirigente Prof. Luigi Izzo), le/i ragazze/i delle classi IV B e IV E hanno incontrato, in un ciclo di interviste svoltosi nel corso del 2022, il Prof. A. La Russa per discutere e analizzare insieme il romanzo Il rosso è un colore, adottato come libro per l’attività “Club dei lettori”.
Di seguito, con il consenso dell’Autore, Francesco Saverio Sagliocco (IV E, Liceo classico della comunicazione, D. Cirillo di Aversa), si riporta la recensione al romanzo di La Russa.
RECENSIONE a IL ROSSO È UN COLORE di Antonino La Russa (Verona, Quiedit, 2020)
«“Non siete forse voi il teorico delle necessarie dimostrazioni?”
“Sì, ma, se non si hanno sensate esperienze, le necessarie dimostrazioni non sono possibili”».
Due battute di un dialogo che racchiudono perfettamente il pensiero filosofico di Galileo Galilei, astronomo, scienziato e protagonista del testo Il Rosso è un colore di Antonino La Russa (Qui Edit, 2020), che fu capace di squadrare la realtà delle cose e ragionare senza lasciarsi condizionare. Pochi furono tanto audaci da spalleggiarlo, ma le sue scoperte mutarono radicalmente la concezione del mondo e dell’universo. Padre di un “nuovo cielo” scoperto attraverso il telescopio, rappresentante di una nuova visione del mondo fisico, ardito e sfortunato sostenitore di una cosmologia sovvertitrice, egli rappresenta uno dei maggiori esponenti della scienza moderna.
Il testo ruota completamente attorno alla figura dello scienziato, forse, più celebre di tutti i tempi, con una narrazione biografica alquanto innovativa, ricca di vicende che si mescolano in un intreccio incentrato principalmente su una serie di omicidi che riguardano lo Studio, lo Stato Veneziano e che il protagonista, con l’utilizzo della fisica, della geometria e del suo om’ ciometrico, deve risolvere. Interessanti le vicende che portano Galilei a salvare la famiglia di un suo amico; suscitano invece curiosità quelle sulla sua storia d’amore con Marina, la quale dopo aver messo al mondo tre bambini lo abbandonerà per fare ritorno in Toscana. Intreccio sicuramente ben organizzato a cui, però, bisogna sempre prestare attenzione, specialmente quando compaiono i dialoghi in dialetto padovano. Fondamentale è anche l’opportunità che il testo ci offre per comprendere l’approccio del protagonista allo studio dei fenomeni naturali, basato su osservazioni dirette e misurazioni concrete, che è alla base delle procedure utilizzate ancora oggi in ogni importante indagine sperimentale. Ma a fare di Galilei un ambasciatore del pensiero moderno è stata anzitutto la sua battaglia con coloro, all’interno della Chiesa e della società del Seicento, che preferivano cercare conforto in una visione dogmatica del mondo piuttosto che rassegnarsi alle evidenze presentate davanti ai loro occhi.
Questo dogmatismo è per Galilei l’insormontabile limite della religione. La disarmante immutabilità dei precetti, nonostante la fermezza nelle sue convinzioni, lo costringono, però, a rinnegare le sue scoperte, a sostenere che la terra non si muove e il sole non è al centro dell’universo. A differenza di Giordano Bruno, Galileo Galilei non si comportò da vero filosofo, con il fine di continuare le sue sperimentazioni.
La Russa ci conduce, attraverso il suo romanzo, verso la scoperta di prospettive completamente nuove sulle vicissitudini e il pensiero scientifico e filosofico di Galilei per mostrarci quanto sia ancora inverosimilmente attuale. Ancora oggi, infatti, intravediamo nella nostra società lo stesso atteggiamento retrivo antiscientifico e antiprogressista di chi allora era convinto, sulla sola base dell’ipse dixit di Aristotele e delle Scritture, della assoluta esattezza della teoria geocentrica tolemaica, trascurando le prove inconfutabili a favore del modello eliocentrico copernicano. Ugualmente, oggi, specialmente durante la pandemia, la guerra ai margini dell’Europa, la forte siccità e mancanza di energia, sempre più persone rifiutano le vaccinazioni, negano i primi indizi del cambiamento climatico o che questo fenomeno sia stato causato dagli uomini, o ancora credono di vivere su una Terra piatta. L’autore però ci mostra anche la scoraggiante immutabilità nel corso dei secoli degli stereotipi di genere, delineando il rapporto tra Galilei e la sorella Livia e le difficoltà che quest’ultima deve affrontare nel corso della vita di tutti i giorni: «Che terribile essere donne, senza le libertà degli uomini!».
Imprescindibile, inoltre, è anche l’analisi della figura di Galilei come insegnante, attento sostenitore della cultura e promotore di una società che possa garantire un’adeguata formazione a tutti i cittadini per il bene stesso dello Stato: «Uno Stato, permettetemi di osservare, non deve mai lesinare per la cultura e la formazione dei giovani, si tratta del suo futuro».
Dunque questo romanzo storico su Galilei, costruito in parte su gli studi di A. Favaro e A. Portenari, sull’epistolario galileiano, nonché su manoscritti inediti analizzati dall’Autore stesso, è una tenace tutela della sua eredità più grande: il metodo scientifico, il solo mezzo che possa permettere all’umanità di conoscere le verità fisiche dell’universo attraverso cui risolvere i problemi che quello stesso metodo ha causato al nostro pianeta. Ad ogni modo, consiglierei questo testo a chi ha voglia non solo di approfondire la figura del protagonista, ma allo stesso tempo comprendere alcuni aspetti del mondo moderno e contemporaneo attraverso una finestra sulla società seicentesca.