Giornate Clasta XI Edizione

14 e 15 maggio 2021
Link: https://www.clasta.org

Presentazione: Interazioni linguistiche al nido e sviluppo del vocabolario in bambini in condizioni svantaggiate
Elena Florit, Chiara Barachetti, Marinella Majorano, Silvia Azzolini, Vanessa Biondi, & Manuela Lavelli

Introduzione: Bambini provenienti da famiglie svantaggiate a livello socio-economico e madrelingua in una lingua minoritaria sono a rischio di difficoltà nell’acquisizione del vocabolario nella lingua maggioritaria (LM; Hoff, 2013). Questa vulnerabilità è relata alla qualità delle interazioni comunicativo-linguistiche nel contesto familiare (Leung et al., 2020). Le interazioni linguistiche di questi bambini in contesti educativi, peraltro rilevanti per la presenza di adulti madrelingua nella LM, sono ancora poco indagate. Questo studio estende le ricerche precedenti analizzando modalità e funzioni comunicative usate dalle educatrici (EDU) di nido con bambini di famiglie svantaggiate, monolingui (MO) e bilingui (BIL) (OB.1), e l’efficacia delle stesse nel promuovere produzione linguistica dei bambini in tempo reale (OB.2) e sviluppo del vocabolario nella LM (OB.3), tra i 18 e i 30 mesi.

Metodo: I dati finora analizzati riguardano 35 bambini, 16 MO e 19 BIL (45% e 50% F) con equivalente svantaggio socio-economico e l’italiano come LM, e 18 EDU. Le interazioni EDU-bambino sono state videoregistrate a 18, 24 e 30 mesi, e codificate per modalità e funzioni comunicative in CHILDES. Il vocabolario nella LM è stato valutato con il Primo Vocabolario del Bambino a 30 mesi, compilato dalle EDU. I dati sono stati analizzati mediante modelli lineari misti (OB.1 e 3) e analisi sequenziali (OB.2).

Risultati: OB.1. Le ANOVA con fattori Gruppo (MO/BIL), Età (18, 24, 30 mesi) e GruppoXEtà mostrano che le EDU usano più enunciati bimodali (parola+gesto) con i bambini BIL che con i MO a tutte le età (p<.01), e più strategie di scaffolding linguistico con l’incremento dell’età dei bambini da 18 a 30 mesi (p<.01). OB.2. Le analisi sequenziali mostrano che in entrambi i gruppi le iniziative comunicative dei bambini seguono in modo significativo enunciati bimodali dell’EDU nell’interazione a 18 mesi (MO p=.02, BIL p<.01) e strategie di scaffolding linguistico nelle interazioni a tutte le età (p<.01). OB.3. Le analisi di regressione mostrano che sia per i bambini MO che BIL il vocabolario a 30 mesi è predetto dall’uso di enunciati bimodali e di strategie di scaffolding linguistico nell’interazione EDU-bambino a 18 mesi, al netto degli enunciati vocali dei bambini a 18 mesi (p<.01).

Conclusioni: I risultati suggeriscono che la qualità delle interazioni linguistiche nel contesto educativo del nido promuove lo sviluppo comunicativo-linguistico di bambini in condizioni svantaggiate.

 

Poster: Aspetti multi-modali nell’acquisizione del linguaggio: uno studio preliminare
Tamara Bastianello & Marinella Majorano

Introduzione: Nello studio sperimentale dell’attenzione del bambino per il volto dell’adulto, è stata identificata una variazione evolutiva significativa tra il primo ed il secondo anno di vita nel tempo di attenzione visiva verso le aree degli occhi e della bocca (Hillairet de Boisferon et al., 2018; Lewkowitz & Hansen-Tift, 2012). Inoltre, la preferenza visiva verso l’area della bocca sarebbe connessa allo sviluppo linguistico misurato tramite questionari (Tsang et al., 2018). Ad oggi, non ci sono studi che confermano tale dato considerando lo sviluppo del linguaggio in un contesto naturalistico. Il presente contributo si propone di indagare questo aspetto, utilizzando indici di produzione del linguaggio ricavati dall’interazione mamma-bambino.

Metodo: I tempi di attenzione verso due aree del volto dell’adulto, gli occhi e la bocca, di 26 bambini italiani tra i 6 ed i 14 mesi (M= 294 giorni; DS= 81.3) esposti ad un volto femminile narrante una storia nella loro lingua nativa, sono stati misurati sperimentalmente mediante Eye-tracker. Nella stessa settimana dell’esperimento, i bambini sono stati osservati e video-registrati durante 20 minuti di gioco con le loro madri. Le produzioni dei partecipanti sono state trascritte e codificate in base alla loro complessità (vocalizzazioni, lallazioni e parole).

Risultati: Dalle analisi preliminari emerge una differenza significativa nel tempo di attenzione verso l’area della bocca tra bambini di età inferiore a 10 mesi (G1) e bambini più grandi, G2 (U = 39, p = .024). Il G1 guarda in misura minore la bocca (18.3% del tempo), rispetto a G2 (32.6% del tempo), in linea con la recente letteratura (Hillairet de Boisferon et al., 2018). Inoltre, dividendo i bambini in due gruppi in base alla loro preferenza visiva (mouth-lookers vs eyes-lookers), emerge che i mouth-lookers hanno una produzione di vocalizzazioni superiore (Mann-Whitney U = 37, p = .029), e una produzione di lallazioni inferiore (Mann-Whitney U = 37, p = .029) rispetto agli eyes-lookers.

Conclusioni: Ampliando le evidenze riportate in letteratura, i risultati del presente studio supportano la natura multi-modale dei meccanismi sottostanti l’apprendimento del linguaggio, mostrando che la bocca dell’adulto può fungere da facilitatore visivo per l’azione fono-articolatoria del bambino.

 

Poster: Relazioni tra milestones motori e abilità linguistiche nei primi 12 mesi di vita: nuove cascate di sviluppo
Beatrice Andalò, Gloria Angeli, & Manuela Lavelli

Introduzione: Recenti studi hanno evidenziato strette relazioni tra competenze motorie e linguistiche nei primi anni di vita. I risultati più robusti riguardano due milestones, uno posturale – il sitting – e uno motorio il walking – che risultano essere predittivi del successivo vocabolario recettivo e produttivo (Libertus & Violi, 2016; Oudgenoeg-Paz et al., 2012; Walle  & Campos, 2014). Questo studio (parte di uno studio longitudinale più ampio) ha considerato altri due milestones non ancora indagati, il crawling e lo standing, per mantenere l’attenzione su entrambi gli aspetti dello sviluppo motorio – posturale e dinamico – nel periodo che intercorre tra la conquista del sitting e quella del walking.

Metodo: Hanno partecipato allo studio 50 bambini italiani (27 femmine). Lo sviluppo motorio è stato misurato rilevando l’età di comparsa dei milestones considerati e somministrando la versione italiana dell’Early Motor Questionnaire (EMQ) a 4, 8 e 12 mesi. Lo sviluppo linguistico è stato misurato utilizzando il PVB (forma breve) a 8 e 12 mesi. Un set di correlazioni bivariate tra scores motori e linguistici ha permesso di identificare potenziali predittori di abilità linguistiche utilizzati in successivi modelli di regressione.

Risultati: Il modello più interessante mostra che il vocabolario produttivo a 12 mesi è predetto, oltre che dalla competenza linguistica a 8 mesi, dallo score del crawling a 8 mesi combinato con l’età di comparsa dello standing; questo modello spiega il 40% della varianza [Adj.R2= .40; F(3, 34)= 9.09, p = < .001; Langβ=.51, p = < .001; Standβ = -.48, p =.006; Craw8mβ = -.40, p =.012]. Il segno negativo dello standing indica un’età di comparsa più precoce (minore), mentre quello del crawling una minore competenza a 8 mesi.

Conclusioni: I risultati evidenziano che aspetti posturali e dinamici del movimento possono avere anche effetti opposti sulle successive competenze linguistiche: un effetto positivo dello standing che, come il sitting, garantisce al bambino la possibilità di guardarsi intorno, guardare chi parla e dove guarda chi parla; un effetto negativo del crawling, che consente di muoversi autonomamente nello spazio, ma obbliga a mantenere lo sguardo rivolto verso il basso. Ulteriori analisi in corso consentiranno di verificare se gli effetti dello standing si mantengono nel tempo (misure linguistiche a 16 mesi) e se viene confermato l’effetto predittivo del walking già evidenziato in letteratura.

Menu