BIOGRAFIA:
Conseguito il Dottorato di Ricerca in Sociologia e Ricerca Sociale presso l’Università di Verona, dopo alcuni anni di assegni di ricerca, dal 2019 sono Ricercatrice a Tempo Determinato in Sociologia dei Processi Culturali presso il Dipartimento di Scienze Umane dell’Ateneo veronese. Nel 2017 ho conseguito l’Abilitazione Scientifica Nazionale a professore associato (seconda fascia) per il settore concorsuale 14/C2.
INTERESSI DI RICERCA:
Durante gli anni del dottorato mi sono avvicinata al concetto di simulacro, studiando ed approfondendo il pensiero di Jean Baudrillard e cercando di cogliere le connessioni con l’ambito dei consumi e, nello specifico, dei consumi legati al corpo.
Sono, quindi, emersi due temi fondamentali. In primo luogo, il mondo dei consumi e lo studio degli stili di vita, con un affondo sui consumi alimentari, come specchio della prospettiva di benessere del corpo. In secondo luogo, indagando l’immaginario sociale (Charles Taylor) legato all’influenza dello sviluppo della tecnica negli interventi di benessere sul corpo.
L’uso della tecnica e l’intervento sul corpo sono stati, quindi, i nuclei delle linee di ricerca degli ultimi anni. In particolare, la riflessione si è strutturata attraverso i concetti di performance, controllo, dominio e libertà, per cogliere quali trasformazioni culturali e sociali si sono sviluppate nel corso del tempo. La attuale diffusione di una prospettiva neoliberista trasferisce alle preferenze individuali degli utenti del mercato, la definizione degli obiettivi da raggiungere, dove le preferenze personali hanno reso non più tracciabile con chiarezza ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
Approfondendo il pensiero di autori come Jürgen Habermas, Hans Jonas e Michael Sandel, negli ultimi anni mi sono posta dei quesiti che hanno indirizzato le mie indagini di ricerca, anche sul piano empirico:
- Quanto il soggetto è (o deve essere) libero di agire sul proprio corpo, in termini di manipolazione e miglioramento? Esiste un limite? Questo limite è individuale, etico, sociale, culturale?
- L’intervento della tecnica quanto ha modificato la percezione che il soggetto ha di sé come individuo unico e originale e quanto ha trasformato le relazioni sociali (ad esempio, le tecniche di procreazione medicalmente assistita quanto hanno influenzato le relazioni familiari, la dimensione della genitorialità, etc).
La società dell’artificiale ha eliminato tutto ciò che è carnale, umano e fisico, sterilizzando, quindi, i legami che connettono uomini e donne, fatti di carne, sentimenti, istinti ed emozioni. Per questo motivo, in ultima battuta, all’interno della riflessione tecnica-corpo, ho cercato di indagare dove si colloca la dimensione emotiva in questo legame. Le emozioni sono una componente individuale, culturale e sociale del nostro vivere. Come elementi “naturalmente cresciuti”, in una condizione “tecnicamente prodotta”, quale posizione assumono?
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