La lettera che cade Jacques. Lacan e l’uomo come scarto. – Bruno Moroncini

Per Freud l’astronomia copernicana, l’evoluzionismo darwiniano e la scoperta dell’inconscio avevano relegato l’uomo alla periferia dell’universo: non ne occupava più il centro come aveva creduto per millenni. Jacques Lacan ha completato l’opera della distruzione dell’illusione umanocentrica: l’uomo è scarto, residuo. Di più: escremento, spazzatura
e detritus. Il libro ricostruisce questa tesi estrema sull’essenza dell’uomo mettendo a confronto l’insegnamento lacaniano con i più vari aspetti della produzione culturale soprattutto novecentesca: in primo luogo, la letteratura (Gide, Poe, Blanchot), poi la filosofia (il decostruzionismo, la ricerca genealogica di Michel Foucault, il pensiero di Bataille e l’ermeneutica di Ricœur), quindi il campo delle scienze umane (Saussure, Lévi-Strauss) e la logica moderna e la teoria degli insiemi (Boole, Cantor). Per
arrivare alla fine a ipotizzare un nuovo discorso sulla natura dell’umano, e dunque una nuova antropologia: l’antropologia dei rifiuti.

Bruno Moroncini ha insegnato Filosofia morale, Antropologia filosofica e Psicologia clinica nelle Università di Messina e Salerno. Si occupa principalmente di filosofia moderna e contemporanea con una particolare attenzione per i rapporti fra filosofia e psicoanalisi. Fra i suoi libri più recenti: La morte del poeta. Potere e storia d’Italia in Pier Paolo Pasolini (Napoli 2019) e L’etica del desiderio. Un commentario del seminario sull’etica di Jacques Lacan (con Rosanna Petrillo, Napoli 20212).

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