Sogno Paranoia Godimento, Federico Leoni, Riccardo Panattoni (cur.)

Sogno – È la stessa attività onirica a rimanere al fondo di ogni atto d’immaginazione, e questo non perché il sogno ci appaia come un modo particolarmente intenso d’immaginare, ma perché lo stesso atto immaginativo prende forma in quel momento sorgivo in cui riusciamo a sognarci sognanti. (Riccardo Panattoni)

Paranoia – Abbattere l’Idolo significa essere colpevole senza perdono, restare in piedi sulla soglia, pietrificato dal dolore, ma vivo, vivo a discapito della colpa, e grazie a essa. (Gérard Pommier)

Godimento – Il godimento ha bisogno di oggetti piccoli e sottili. Si incarna in lamelle, vescicole, membrane, parti di corpo. Si nutre di locuzioni, frammenti di linguaggio. La natura del godimento è scrupolosa, materica, tridimensionale. (Silvia Vizzardelli)

Saggi di: Matteo Bonazzi, Federico Leoni, Silvia Lippi, Franco Lolli, Bruno Moroncini, Riccardo Panattoni, Gérard Pommier, Gianluca Solla, Bernard Toboul, Silvia Vizzardelli

Il compito della psicologia

Nel 1901 Henri Bergson tiene una conferenza all’Institut général de psychologie di Parigi. Il tema, il titolo, sono indicati da Bergson con la consueta semplicità: Il sogno. Il testo dell’intervento confluirà nella raccolta L’énergie spirituelle, che il filosofo pubblicherà quasi vent’anni più tardi.

Bergson conclude la sua conferenza con un annuncio: «esplorare l’inconscio, lavorare nel sottosuolo dello spirito con metodi speciali e appropriati, tale sarà il compito principale della psicologia nel secolo che si sta aprendo». È un annuncio singolare almeno per due motivi. Perché mai il filosofo Bergson si incarica di suggerire la strada, addirittura di indicare qualcosa come “il compito principale” a una disciplina che non è la sua ma quella dei suoi ascoltatori? E come dobbiamo intendere il fatto che Bergson veda la grande posta in gioco novecentesca nell’inconscio, venendo da una disciplina come la filosofia che non aveva mai messo al centro l’inconscio ma la coscienza, una disciplina che lui stesso sembrava aver saldamente collocato in quel solco con il suo celebre Saggio sui dati immediati della coscienza?

Qualcosa come un incrocio tra le due discipline si stava preparando e trovava espressione in quell’annuncio bergsoniano, quasi che la filosofia stesse diventando integralmente psicologia e stesse assumendo il territorio d’indagine di quest’ultima, ma in un senso che avrebbe trasformato la psicologia stessa fino a farne qualcosa di molto diverso, qualcosa come una filosofia di nuovo genere, una filosofia installata in una dimensione essenzialmente onirica.

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