Relatori/relatrici: Michela Balocchi, Markus Bauer, Massimo Di Grazia, Stefano Osella, Daniela Truffer

Chair: Lorenzo Bernini, Michela Balocchi

Le variazioni intersessuali continuano a essere considerate un’emergenza psicosociale, nonostante le scienze genetiche e biologiche abbiano ampiamente dimostrato che l’essere umano presenta uno spettro di caratteristiche sessuali (cromosomiche, gonadiche/ormonali e/o anatomiche). La maggior parte delle differenze nello sviluppo sessuale non sono visibili alla nascita; per le persone nate con una variazione visibile, la pratica abituale, dalla seconda metà del XX secolo, è stata l’intervento chirurgico estetico precoce e la terapia ormonale durante l’infanzia per orientare i caratteri sessuali in senso più femminile o più maschile.

Negli ultimi trent’anni le persone con variazione intersessuale, gli/le attivisti/e e le organizzazioni intersessuali hanno testimoniato gli effetti dolorosi e irreversibili causati da interventi chirurgici non necessari, non urgenti e non consensuali. Negli ultimi anni le organizzazioni intersessuali, i/le sostenitori/trici dei diritti umani intersessuali sono riusciti/e a far sentire la loro voce nel contesto internazionale dei diritti umani: uno dei risultati rilevanti è che alcune istituzioni internazionali hanno definito queste procedure mediche violazioni dei diritti umani, mutilazioni genitali e torture. Nonostante questo, però, gli interventi e i trattamenti chirurgici continuano a essere una pratica di routine. Come può la cancellazione diretta o indiretta della soggettività intersessuale operata dal sistema medico essere in linea con il rispetto dell’integrità corporea, dell’autodeterminazione e con il pieno esercizio dei diritti umani? Come possono i diritti fondamentali proteggere la diversità delle caratteristiche sessuali? Come possono proteggere e garantire l’autonomia corporea e l’autodeterminazione?

Aula 2.1 – Palazzo di Lettere (secondo piano)
Via San Francesco 22
Verona

Locandina del seminario