In Italia l’operazione di riattribuzione chirurgica del sesso non è più necessaria affinché una persona transgender possa cambiare nome sui documenti. La variazione anagrafica deve tuttavia essere autorizzata da medici e giudici, in un lungo percorso durante il quale il soggetto mantiene il nome originario. Questi vincoli impediscono alle persone transgender di ottenere in tempi rapidi documenti che rispecchino la loro identità, limitando il loro diritto allo studio e al lavoro.
Nello spirito della Risoluzione 2048 dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, che raccomanda agli Stati membri di rendere più veloce e meno gravoso il percorso di transizione, il Senato accademico dell’Università di Verona ha deliberato che studenti e dipendenti transgender possano richiedere una “identità alias”. Il loro nome di elezione può essere cioè riconosciuto all’interno dell’Ateneo anche se non appare ancora sui documenti ufficiali.
La celebrazione della giornata mondiale contro l’omobitransfobia offre l’occasione per presentare alla comunità universitaria e all’intera cittadinanza questo importante provvedimento, e per fare il punto della situazione sui diritti delle persone transgender in Italia.
Laurella Arietti, Christian Ballarin, Anna Lorenzetti, Porpora Marcasciano, Giovanni Papalia, Maria Gigliola Toniollo
16.00, sala T1 (piano terra)
Polo Zanotto, Università di Verona
viale Università 4, Verona
Locandina della conferenza