Riproduzione assistita e omogenitorialità: desideri, corpi, mercati

Beatrice Busi, Chiara Caravà, Federica De Cordova

La prima parte del seminario ha analizzato le nuove forme di genitorialità, tenendo ben presente che la produzione e la soddisfazione del desiderio sono sempre influenzate da relazioni di potere basate sul genere, la razza e la classe. Le esperienze di omogenitorialità, e di riproduzione assistita in generale, si situano in un campo di tensione prodotto dall’intersezione tra autodeterminazione, Stato (la normatività) e Mercato (i processi neoliberali di valorizzazione capitalistica). La seconda parte del seminario è stata dedicata all’indagine del profondo impatto che la tecnologia di riproduzione assistita (ART) ha sulla genitorialità. La riproduzione senza sesso ha un forte effetto sulla soggettività poiché mette in discussione l’idea di origine, che è fortemente legata alla percezione che ognuno/a ha di sé. Allo stesso tempo, l’uso dell’ART dà forma a un nuovo tipo di esperienza incarnata, in particolare per quanto concerne la paternità: il desiderio crea infatti una sua genealogia che sembra in grado di spingersi oltre l’appartenenza genetica. Durante il dibattito di chiusura del seminario, l’attenzione si è concentrata sulla relazione tra la nozione di “rispettabilità” e la centralità del tema dell’omo-genitorialità all’interno del discorso pubblico relativo ai diritti LGBT – come se vi fosse in gioco una redenzione simbolica per il sesso non riproduttivo dopo la pandemia di AIDS.

Locandina del seminario

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