Pervertire il pensiero italiano: freudo-marxismo, femminismo lesbico e pensiero frocio

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Panel per il quarto convegno internazionale della SIP-Società per la Filosofia Italiana

Nessuna indagine sulla filosofia politica italiana può oggi astenersi dal menzionare la filosofia femminista. Questo tipo di filosofia, tuttavia, è spesso trattata alla stregua di un’appendice di una “più seria” tradizione, maschile cisgender ed eterosessuale, che considera la filosofia femminista non solo un pensiero minoritario, ma anche un pensiero “minore”. In realtà, la differenza sessuale, e il sessuale in generale, si trovano a essere profondamenti legati al politico: se vengono relegati ai margini della filosofia e della politica, è perché minacciano la coerenza del presunto centro del politico (a cominciare da un’antropologia filosoficamente individualista, razionalista e maschilista ampiamente decostruita dal pensiero della differenza sessuale italiano).

Ogni biopolitica è anche una psicopolitica, in cui proiezioni e pulsioni libidiche determinano inclusioni ed esclusioni, produzioni di soggettività maggioritarie e abiezioni di soggettività minoritarie. Il panel sarà introdotto da un intervento teorico di Lorenzo Bernini, docente di Filosofia politica all’Università di Verona e direttore del Centro di ricerca PoliTeSse – Politiche e Teorie della Sessualità. Partendo dall’interpretazione del pensiero della differenza sessuale elaborata da Adriana Cavarero, relatrice ospite del convegno, Bernini dimostrerà come l’insistenza sul materno e sulla cura abbia allontanato un certo femminismo accademico dalle riflessioni psicoanalitiche e autocoscienziali sul sesso che sono state cruciali nel femminismo italiano degli anni Settanta (per esempio, per Carla Lonzi).

Il panel sarà quindi dedicato ad autori e autrici provenienti dall’accademia ma anche dai movimenti sociali, difficilmente collocabili all’interno del canone del pensiero italiano, che hanno fatto del sessuale il fulcro principale delle loro riflessioni, e che per questo meritano di essere portati/e all’attenzione, non solo degli studi italiani, ma anche del dibattito internazionale delle teorie queer. Matthew Zundel, dottorando in Italianistica alla New York University, presenterà la versione frocia (queer) del freudo-marxismo articolata dal movimento di liberazione gay italiano negli anni ‘70 attraverso il pensiero di Mario Mieli e i suoi debiti con la filosofia marxista eretica di Luciano Parinetto. Irene Villa, dottoranda in Filosofia politica all’Università di Verona e Visiting Research Student presso l’Università di Birmingham, illustrerà i contenuti de Il nostro mondo comune, un testo scritto nei primi anni ‘80 da alcune lesbiche italiane, tra cui Liana Borghi e Rosanna Fiocchetto, in risposta polemica alla cancellazione delle lesbiche all’interno del femminismo della differenza sessuale italiano.

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