Appartenenza
Paola Dusi e Fabio Olivieri
Università degli Studi di Verona e Università degli Studi Roma Tre
Il concetto di “appartenenza” è impiegato in diversi ambiti scientifici, da quello giuridico a quello filosofico, da quello psicologico a quello sociologico, proprio a motivo della sua centralità nella vita umana, “confine” che segna l’inclusione o l’esclusione della persona dal gruppo familiare, sociale, politico. Non esiste un soggetto per così dire “unencumbered” – sradicato – privo di ogni forma di appartenenza (Sandel, 1984). Si nasce in una famiglia, in una rete relazionale, in una società date, e tali appartenenze ascrittive contribuiscono a definire le rappresentazioni, le credenze, gli habitus di una persona.
L’appartenenza rimanda ad un bisogno essenziale, quello di poter contare su un certo numero di relazioni significative, positive e stabili. È la spinta, dovuta ad una percezione di carenza, che induce l’essere umano ad aggregarsi, a rintracciare scopi comuni, vivendo sentimenti di condivisione significativi. Le persone sentono il bisogno “aderire e appartenere” (Maslow, 1987, p. 20), ad un gruppo, ad una comunità. Benveniste (2001), riflettendo sull’etimologia del pronome riflessivo “sé”, evidenzia la stretta connessione esistente tra il singolo e la comunità. L’etimo dà origine a due gruppi concettuali: quello che narra dell’appartenenza del sé ad un gruppo di suoi simili e quello che nomina la soggettività, ma una soggettività che si enuncia come un’appartenenza.
L’appartenere ha un debito di retaggi tribali che innervano i principi collaborativi degli esseri umani e la comunità quale fine di convivenza in prospettiva evoluzionistica. Non vi è un’unica e condivisa definizione del termine comunità, ma un elemento presente nelle diverse accezioni è il concetto di appartenenza. Vi è comunità solo se i suoi membri si riconoscono gli uni gli altri quali persone accomunate da vincoli simbolico-relazionali.
L’appartenenza ci definisce ed è sempre molteplice. Nel contesto di tale molteplicità le differenze religiose e linguistico-culturali occupano un ruolo di primo piano nel definire le dinamiche identitarie, di reciproco riconoscimento e di appartenenza. Nella post-modernità, la svolta soggettiva e l’eterogeneità dei gruppi che compongono le società, influiscono in modo diverso sui processi identitari, sulle dinamiche sociali e politiche. Da una parte, la privatizzazione del modo di rappresentare il proprio sé allenta i legami tra il singolo e la società di riferimento; dall’altra parte, la multietnicità smaschera la complessità dell’appartenenza, rivelandone ambiguità e complessità. La moltiplicazione delle appartenenze si accompagna alla loro intersecazione sui piani locale e globale ma anche ad una parcellizzazione delle stesse con conseguente frantumazione dei legami e spinte all’individualismo. Così, l’appartenenza non è più un dato ascrittivo bensì un composito multidimensionale, un amalgama di diversi fattori. In una realtà in cui gli individui condividono ambiti d’esperienza sempre più numerosi e al contempo più ristretti, l’appartenenza è continuamente rinegoziata nell’interazione con l’altro e con l’ambiente circostante, e si accompagna a nuove lotte per il riconoscimento di singoli, gruppi e dei loro diritti.
L’appartenere è un sentire cruciale anche nei contesti educativi – ove gli studenti fanno esperienza in prima persona della loro appartenenza sociale (o meno) – poiché espressione di un sentirsi riconosciuto e supportato dai docenti, dai compagni e dall’ambiente scolastico, che favorisce l’apprendimento e lo sviluppo di capacità (Nussbaum, 2011). La qualità dell’educazione – scrive Dewey (1958, p. 65) – “si realizza a seconda del grado in cui gli individui formano un gruppo”. Per questo il tema dell’appartenenza rappresenta una questione centrale nel progetto RE-SERVES che rivolge la sua attenzione in particolare alle nuove generazioni e ai processi formativi loro proposti. È in gioco la loro fioritura come persone e il loro desiderio di impegnarsi per il bene comune.
Riferimenti bibliografici minimi
Benveniste, É. (2001). Il vocabolario delle istituzioni europee. Economia, parentela, società (Vol. I). Einaudi.
Dewey, J. (1958). Experience and Education. Macmillan.
Maslow, A.H. (1987). Motivation and personality (3rd ed.). Addison-Wesley Longman.
Nussbaum, M.C. (2011). Creating capabilities. The Human Development Approach. Cambridge (Mass.): The Belknap Press.
Sandel, M.J. (1984). The procedural Republic and the Unencumbered Self. Political Theory, XII, 1, 81-86.
Per citare questo testo:
Dusi, P., & Olivieri, F. (2020). Appartenenza. In M. Milana & P. Perillo (Cur.) Progetto RE-SERVES: Glossario. https://sites.dsu.univr.it/re-serves/