Inclusione/esclusione sociale
Barbara De Angelis
Università degli Studi Roma Tre

Il concetto di inclusione si riferisce ad un complesso framework di pensiero e di ricerca non riconducibile ad un unico modello, ma ascrivibile ad una prospettiva teorica e culturale di fondo che intende fronteggiare ogni forma di segregazione e di esclusione sociale, istituzionale ed educativa.
Molti sono i termini che si sono susseguiti per connotare i cambiamenti sociali, culturali, politici e normativi che hanno caratterizzato in Italia, e oggi anche in Europa e nel resto del mondo, il processo dall’esclusione all’inserimento, verso l’integrazione e l’inclusione.
A partire dalla concezione positiva della differenza, considerata non come la contrapposizione di categorie  ma come un aspetto essenziale dello sviluppo umano (Cajola, 2012), il fine è quello di assicurare a tutti il raggiungimento di standard dignitosi di vita riferiti non solo alle condizioni materiali ed economiche, ma soprattutto al benessere complessivo di ogni persona, ovvero alla riduzione delle disparità che, trasformandosi in discriminazione, determinano situazioni di esclusione.
Il diritto fondamentale ad un’esistenza dignitosa sul piano sociale e materiale (Nussbaum, 2012) si qualifica principalmente attraverso la rimozione degli ostacoli, cioè quei fattori che impediscono alle persone la possibilità di esercitare il diritto a una cittadinanza attiva e consapevole. Tale ottica richiede di focalizzare l’attenzione non sul singolo e sulle sue mancanze, ma sulle sue capacità e i suoi funzionamenti, e soprattutto sulla potenziale inclusività del contesto (Gardou, 2015). Ciò significa che il diritto alla piena partecipazione di tutti alla vita sociale e formativa deve essere il più possibile rispondente alla complessa e multiforme gamma dei bisogni individuali (Booth & Ainscow, 2014).
A livello internazionale le radici dell’inclusione scolastica affondano nella cultura e nel sistema dei diritti umani sanciti dalla Dichiarazione Universale del 1948. Solo alla fine degli anni ’80, però, l’inclusione è stata posta a tutela dei diritti e delle pari opportunità quando l’Unesco ha risposto in modo concreto e con equità a tutti i bisogni personali e formativi (si veda: Dichiarazione di Jomtien del 1990), secondo un approccio orientato a fondare una Scuola per tutti e per ciascuno (si veda: Carta di Lussemburgo del 1996 e ad edificare l’educazione come un diritto umano. Da questo momento, e fino alla compilazione dell’Agenda 2030, l’accento è stato posto sull’importanza di una pedagogia centrata sulla persona e sul rispetto delle diversità e disabilità, dunque su una visione dell’educazione inclusiva attenta alle abilità fisiche e mentali, ma anche alle potenzialità di tutti e alla personalità di ciascuno. Ciò ha sottolineato la necessità di:

  • considerare i diversi livelli di sviluppo di tutti, secondo la prospettiva ‘nessuno verrà lasciato indietro’;
  • progettare per ciascun soggetto un piano individualizzato e l’attivazione di interventi basati su potenzialità ed esigenze di ognuno;
  • predisporre, a tutti i livelli scolastici e formativi, l’acquisizione di strumenti e conoscenze necessari per partecipare pienamente alla vita sociale.

Questa prospettiva propone uno scenario in cui la riflessione pedagogica e le forze sociali e di mercato si impegnano per mettere ogni individuo nella condizione di esercitare i propri diritti in tutti i contesti, indipendentemente dalla condizione sociale, fisica, culturale, di ognuno.
Uno dei focus del progetto RE-SERVES è la categoria di svantaggio educativo e sociale definita NEET, i cui alti tassi di inoccupazione determinano situazioni di fragilità personale e sociale, e di emergenza educativa: tutti fattori che risultano evidenti negli atteggiamenti di rinuncia di questi soggetti verso la costruzione del proprio progetto di vita. Di qui scaturisce la necessità di porre in atto una serie di strategie e pratiche inclusive (De Angelis, 2017) per potenziare le loro risorse emotive individuali e avviare un processo di empowerment utile per evitare e/o fronteggiare il rischio di esclusione sociale.

Riferimenti bibliografici minimi

Booth, T., & Ainscow, M. (2014). Nuovo Index per l’inclusione. Percorsi di apprendimento e partecipazione a scuola. Carocci.

Cajola, L. (2012). Didattica per l’integrazione. Edizioni Anicia.

De Angelis, B. (2017). L’azione didattica come prevenzione dell’esclusione. FrancoAngeli.

Gardou, C. (2015). Nessuna vita è minuscola. Per una società inclusiva. Mondadori.

Nussbaum M. (2012). Creare capacità. Il Mulino.

Per citare questo testo:

De Angelis, B. (2020). Inclusione/esclusione sociale. In M. Milana & P. Perillo (Cur.) Progetto RE-SERVES: Glossario. https://sites.dsu.univr.it/re-serves/