Autoefficacia (autodeterminazione)
Alessia Passanisi
Università degli Studi di Enna Kore

Il costrutto di autoefficacia fa riferimento alla convinzione circa le proprie capacità di organizzare e realizzare il corso di azioni necessario a gestire adeguatamente le situazioni che incontreremo in modo da raggiungere i risultati prefissati. Le convinzioni di efficacia influenzano il modo in cui le persone pensano, si sentono, trovano le motivazioni personali e agiscono (Bandura, 1986). Le esperienze personali di successo veicolano e consolidano il senso di autoefficacia, così come l’esperienza vicariante – quella esperienza formativa in cui generalmente l’individuo tende a reiterare i propri comportamenti mediante le influenze indirette e dirette dell’adulto (Bandura, 1997) -, nonché la capacità della persona di valutare i propri stati emotivi, come pure le proprie risorse personali.
L’autoefficacia è un processo che veicola i processi cognitivi, affettivi e sociali. Essa agisce sugli aspetti motivazionali della persona e sui processi di scelta, nonché sul processo di autodeterminazione e di autogestione personale. Dunque, l’autoefficacia è un costrutto strettamente connesso al riconoscimento della capacità di scelta autonoma e indipendente della persona, i.e. all’autodeterminazione. In altre parole, se la persona ha elevati livelli di autoefficacia sarà in grado di agire, fare scelte in relazione a svariati contesti (Bandura, 1994). La letteratura, in tale direzione, suggerisce come le convinzioni di autoefficacia influenzano positivamente il benessere, possono ridurre stati emotivi disfunzionali, ridurre stress e stati emotivi ansiosi e depressivi. È un costrutto multifattoriale che influenza la vita della persona nella sua totalità, poiché influenza gli stili di vita, le competenze ed i valori (Bandura, 1997).
In particolare, il costrutto di autoefficacia sociale (Ibid.) si riferisce alla consapevolezza di essere capace di dominare specifiche attività, situazioni o aspetti del proprio funzionamento psicosociale. Le persone con elevati livelli di autoefficacia sociale affrontano compiti difficili, considerandoli come sfide da affrontare piuttosto che come minacce da evitare. L’autoefficacia sociale, inoltre, promuove l’interesse intrinseco e il profondo coinvolgimento nelle attività, nonché implementa elevati livelli di impegno, aumentando e fronteggiando gli sforzi personali per evitare il fallimento (Bandura, 1994). La letteratura suggerisce, inoltre, come spesso questo costrutto può, in qualche modo, influenzare lo sviluppo dell’identità etnica (Smith et al., 1999). In particolare, uno studio recente suggerisce come sia l’identità etnica e l’autoefficacia possono essere fattori di protezione nello sviluppo, poiché aiutano alla strutturazione di un’immagine di sé positiva (Maffini & Kim-Ju, 2018).
Nel progetto RE-SERVES, l’analisi dell’autoefficacia dei minori e adolescenti stranieri diventa fondamentale per tracciare il quadro dei fattori protettivi connessi al loro processo di adattamento sociale ed educativo. 

Riferimenti bibliografici minimi

Bandura, A. (1986). The explanatory and predictive scope of self-efficacy theory. Journal of social and clinical psychology, 4(3), 359-373.

Bandura, A. (1994). Self-efficacy. In V. S. Ramachaudran (Ed.), Encyclopedia of human behavior (Vol. 4, pp. 71-81). Academic Press.

Bandura, A. (1997). Self-Efficacy: The Exercise of Control. W. H. Freeman.

Maffini, C. S., & Kim-Ju, G. M. (2018). Fighting and bullying among Asian Americans and Latinos: Testing the roles of self-efficacy, ethnic identity, and ethnicity. Youth & Society, 50(8), 1019-1036.

Smith, E. P., Walker, K., Fields, L., Brookins, C. C., & Seay, R. C. (1999). Ethnic identity and its relationship to self-esteem, perceived efficacy and prosocial attitudes in early adolescence. Journal of adolescence, 22, 867-880.

Per citare questo testo:

Passanisi, A. (2020). Autoefficacia (autodeterminazione). In M. Milana & P. Perillo (Cur.) Progetto RE-SERVES: Glossario. https://sites.dsu.univr.it/re-serves/