Equità
Chiara Sità
Università degli Studi di Verona

Per parlare di equità, è innanzitutto opportuno distinguere questo termine da quello di ‘uguaglianza’. L’idea di uguaglianza come garanzia di pari trattamento rischia di non produrre giustizia ma al contrario di “fare parti uguali tra diseguali”, esito ingiusto di una idea astratta di uguaglianza indicato da don Lorenzo Milani con la scuola di Barbiana (1967).
Il concetto di equità rimanda invece all’esigenza di adottare criteri e metodi che consentano a ciascuna/o di crescere, di partecipare come cittadina/o al suo contesto sociale e di godere di un insieme di possibilità di attivazione, di scelta, di autodeterminazione. In sostanza, l’equità è uno stato che si può dire raggiunto nel momento in cui le caratteristiche fisiche, sociali o culturali di una persona (genere, abilità, classe sociale, lingua, nazionalità, colore della pelle, orientamento sessuale…) non sono predittive del suo status, del suo accesso a diritti e opportunità e della sua qualità di vita nella società che abita.
In educazione, l’equità è definita dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico attraverso due dimensioni: la giustizia e l’inclusione, pensate come strettamente collegate tra loro. Nella scuola, ciò che accade in classe ha certamente un impatto sull’equità, ma sono ugualmente importanti per raggiungerla le alleanze educative tra le istituzioni formative, le famiglie, la comunità territoriale (OECD, 2008).
Un concetto particolarmente significativo per connettere in modo efficace equità ed educazione nel progetto RE-SERVES è quello di equità literacy, che potremmo tradurre come ‘alfabetizzazione all’equità’. Essa configura l’equità come un’area di competenze in continua costruzione che coinvolgono non solo i professionisti (educatori, insegnanti     , ecc.) ma tutti i soggetti delle pratiche educative. Secondo Gorsky (2016), il concetto di alfabetizzazione all’equità costituisce un superamento di altri approcci comunemente utilizzati per promuovere inclusione e accoglienza delle diversità quali competenza culturale (cultural competence) o consapevolezza delle diversità (diversity awareness). Più di questi concetti, infatti, il framework dell’equità prepara a riconoscere i modi, spesso sottili, in cui le opportunità sono distribuite in modo diseguale in base alle caratteristiche e all’ambiente di vita dei soggetti. Usare la chiave di lettura dell’alfabetizzazione all’equità consente di adottare un approccio che si avvicina a un’idea di giustizia sociale e che riguarda la capacità di riconoscere e affrontare, nel quotidiano e con gli strumenti propri dell’educazione, le forme evidenti e implicite in cui accesso all’istruzione e opportunità sono distribuiti in modo diseguale. Una prospettiva di alfabetizzazione all’equità affina gli strumenti di analisi critica delle pratiche, del funzionamento delle istituzioni scolastiche e di costruzione del cambiamento organizzativo, aiutando a ridisegnare a lungo termine le condizioni istituzionali che producono disparità e invisibilità per alcuni individui e gruppi sociali (Tarozzi, 2015; Derman-Sparks et al., 2015; Gorski, 2016).

Riferimenti bibliografici minimi

Derman-Sparks, L., Keenan, L., Nimmo, R. (2015). Leading anti-bias early childhood programs. Teachers’ College Press.

Gorski, P.C. (2016). Equity literacy: More than celebrating diversity. Diversity in Education, 11(1), 12–15.

OECD (2008). Ten Steps to Equity in Education. Policy brief January 2008.

Scuola di Barbiana (1967). Lettera a una professoressa. Libreria Editrice Fiorentina.

Tarozzi, M. (2015). Intercultura e educazione alla giustizia sociale. FrancoAngeli.

Per citare questo testo:

Sità, C., (2020). Equità. In M. Milana & P. Perillo (Cur.) Progetto RE-SERVES: Glossario. https://sites.dsu.univr.it/re-serves/